L'approccio ayurvedico e alcuni consigli per gestirla
Ci sono molti studi su quanto l’Ayurveda porti benefici su persone che soffrono di fibromialgia.
In questi anni di Servizio in Ayurveda, una delle soddisfazioni più grandi è la risposta positiva che tali soggetti hanno riscontrato al massaggio di tutto il corpo (Sarvabhyanga).
Nel 2020 un bellissimo articolo di Benefica ha evidenziato alcuni di questi studi; riporto una sintesi adattata per una (spero) migliore comprensione:
La fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è una malattia caratterizzata da dolori diffusi. È conosciuta anche col nome di ”malattia invisibile” perché tutte le indagini risultano negative e il paziente appare sano. La fibromialgia appare come una sindrome dei tempi moderni. È molto frequente soprattutto nelle donne, ma può manifestarsi anche in bambini o anziani e si caratterizza per un andamento progressivamente invalidante che incide negativamente sulla qualità di vita ed ostacola significativamente anche l’attività lavorativa. L’origine della malattia non è ancora chiara ma si pensa che in essa vi sia una importante amplificazione delle sensazioni dolorose dipendente da un’alterazione del modo in cui il cervello elabora i segnali del dolore con un coinvolgimento di sostanze, come serotonina e adrenalina, che nel sistema nervoso centrale regolano la percezione del dolore. La difficoltà di diagnosi è prevalentemente legata al fatto che questi sintomi dolorosi non sono collegabili a cause patologiche di natura infiammatoria. Tra gli eventi causali vi possono essere traumi di natura fisica o psicologica e tutte le quotidiane forme di stress. La fibromialgia (FMS) è una condizione di difficile gestione nei sistemi sanitari di tutto il mondo e anche nel mondo occidentale vi è un crescente ricorso anche a trattamenti complementari ed integrativi (CIM) come la medicina ayurvedica. Nelle fonti l’Ayurveda non inquadra la fibromialgia in modo specifico ma descrive un quadro sintomatologico molto simile in ”vatavyadhi”.
Benefica

In generale l’approccio terapeutico prevede la decisione congiunta di medico e paziente sulle opzioni di trattamento consigliato tra le quali vi sono esercizio aerobico, amitriptilina, terapia cognitivo comportamentale, ricorso a medicine alternative come l’Ayurveda.
Nella gestione della fibromialgia l’Ayurveda può contribuire positivamente grazie alla globalità del suo approccio che come noto prevede l’utilizzo di erbe, regimi dietetici, fisioterapia (e chirurgia) in associazione anche con lo Yoga per cercare di stabilire un’armonia all’interno del corpo. L’Ayurveda utilizza anche la pressione Marma su specifiche regioni sensibili del corpo e questi trattamenti possono essere palliativi, purificanti o consentire anche l’eradicazione della malattia.
In Ayurveda la fibromialgia viene percepita come causata da un principale squilibrio di Vata il cui aggravamento destabilizza il sistema nervoso e può creare ipersensibilità che porta a dolore e debolezza; inoltre il concorso dell’accumulo di Ama (tossine) e di Sroto-avarodha (blocco dei canali corporei) contribuiscono alla genesi del disturbo. In particolare “Snehan” (Oleazione/Massaggio) e “Swedan” (Sudorazione), sono molto utili per bilanciare “Vata” e per eliminare le tossine.
Secondo l’Ayurveda la manifestazione fisica della fibromialgia può essere probabilmente causata da un prevalente squilibrio Vata guidato da una mente Pitta. Una disfunzione del sistema nervoso è perpetuata da un eccesso di Vata e aggravato dall’intensità di Pitta. I pazienti con fibromialgia dovrebbero prendere in considerazione la riduzione di Vata per ridurre i sintomi fisici, mentre dovrebbero imparare i modi per calmare gli squilibri di Pitta nella mente al fine di prevenire l’attivazione del ciclo che può causare futuri eventi scatenanti. I trattamenti convenzionali occidentali per il dolore prevedono l’uso di antidolorifici da banco e da prescrizione, rilassanti muscolari e talvolta anche interventi chirurgici. L’Ayurveda vede il dolore come uno squilibrio di Vata, a volte aggravato da uno squilibrio di Pitta quando è coinvolta l’infiammazione. L’Ayurveda propone una vasta disponibilità di rimedi per alleviare il dolore e gestire i sintomi della fibromialgia in individui Pitta-Vata con uno squilibrio di uno o entrambi questi dosha e tiene primariamente conto che ogni persona ha una costituzione molto personalizzata che deve essere tenuta in considerazione.
Alcuni consigli ayurvedici per la gestione della fibromialgia
Vivi nella natura: il contatto con la natura calma il sistema nervoso e diminuisce Vata. Gli ambienti freschi e umidi sono ideali per i tipi Vata-Pitta. Fai una passeggiata in un parco, in spiaggia, lungo un fiume o vicino a un lago. Inizia a coltivare un tuo orto o occupati di uno di quelli dei tuoi vicini o di un orto comunitario. Conserva fiori freschi nel tuo spazio vitale.
Movimento: pratica Yoga, fai una nuotata, fai una passeggiata. Anche solo 5-10 minuti di stretching Yoga delicato, strutturato e in stile Vinyasa possono alleviare il dolore. La dolcezza raffredda Pitta e calma Vata. Il focus sulla struttura dà alla mente Pitta un obiettivo su cui lavorare, mentre il movimento continuo dello stile Vinyasa dà alla mente Vata, facilmente distratta, qualcosa su cui rimanere concentrati.
Diminuisci l’infiammazione: quando Pitta è alta, aggiungi erbe e cibi anti-infiammatori alla tua cucina. La curcuma è un’ottima spezia antinfiammatoria. L’aloe vera allevia anche l’infiammazione del tratto digerente ei suoi effetti sono anti-Pitta. Il tè della radice di ricino è una sostanza antinfiammatoria ed è usato per trattare molti disturbi Vata.
Rimani idratato: la disidratazione aumenta l’infiammazione. Evita il freddo, il ghiaccio e le bevande ghiacciate: Sembrerebbe logico pensare che il ghiaccio e il freddo raffredderebbero il fuoco intenso di Pitta, tuttavia, la digestione che Pitta controlla ha bisogno di un po’ di fuoco. Troppo freddo o umido spegnerà il fuoco e rallenterà la digestione, facendo rallentare il flusso naturale di energia nel corpo e, a volte, addirittura interrompendolo.
Esci dalla tua testa: aiutare gli altri o fare volontariato diminuisce Pitta.
Routine: è importante che chi soffre di fibromialgia stabilisca una routine. I soggetti Vata-Pitta hanno più bisogno di stabilità. Per aiutare a ridurre Vata-Pitta, quando possibile, svegliati tra le 5.30 e le 6, fai colazione tra le 7.30 e le 8.00, pranzo dalle 11 alle 12 e cena tra le 18 e le 19, vai a letto tra le 22 e le 23. La regolarità dell’orario del coricarsi è fondamentale per stabilire per un sonno di qualità.
La meditazione: la capacità di gestire lo stress e mantenere una mente calma gioca un ruolo enorme nell’essere in grado di convivere con la fibromialgia. Un modo per calmare la mente è praticare regolarmente lo Yoga e la meditazione. Una pratica regolare di Yoga e meditazione aiuterà enormemente la capacità dei soggetti con fibromialgia di ascoltare il proprio corpo e riconoscere quando è necessario riposarsi o interrompere un’attività. Uno studio che ha utilizzato la tecnica di neuroimaging ha visto una diminuzione del 40-50% nella reattività del cervello al dolore dopo cinque mesi di meditazione trascendentale.
Le stagioni: L’autunno e l’inverno, quando le temperature sono fredde e l’aria è secca e ventosa, sono i periodi in cui Vata si aggrava facilmente. Vestiti in modo caldo e mangia cibi caldi, umidi e leggermente oleosi. Evita frutta secca e cibi ad alto contenuto proteico. In estate, evita cibi caldi, piccanti e pungenti che aggravano Pitta. Stai lontano dalla luce solare diretta a mezzogiorno quando è più caldo.
Diminuisci gli stimoli: quando non sono necessari spegni la TV, il telefono, il computer e tutti gli altri dispositivi elettronici perché la stimolazione dell’elettronica, compresi i loro ronzii e le frequenze emesse, aumentano Vata.
L’importanza del massaggio nella fibromialgia
Molti studi hanno dimostrato che il massaggio è efficace nella gestione del dolore, dell’ansia e della depressione nella fibromialgia. Sarvabhyanga è un massaggio ayurvedico che utilizza olio medicato caldo e pressioni e gesti molto specifici. Nell’impossibilità di sottoporsi a Sarvabhyanga, il regolare auto massaggio con olio è analogamente vantaggioso. Secondo l’Ayurveda, il massaggio con olio dona tono e vigore ai dhatus (tessuti) del corpo. Il massaggio nella direzione delle fibre muscolari allevia gli spasmi muscolari, la tensione e il dolore.
Uno studio conclude che i pazienti con fibromialgia che hanno ricevuto interventi medici alternativi hanno espresso la massima soddisfazione nei casi in cui è stato utilizzato un massaggio delicato e meno profondo.
Nello specifico caso della fibromialgia troveranno indicazione d’uso, secondo la prescrizione del medico ayurvedico, tutti gli oli medicati specifici per gli squilibri prevalenti di Vata e di Pitta.
Uno studio condotto presso il Maharishi Ayurveda Health Center in Norvegia ha incluso Sarvabhyanga in uno specifico trattamento della fibromialgia ottenendo riduzione a lungo termine (6 mesi) dei sintomi della sindrome.
In uno studio clinico condotto in Brasile nel 2012 Sarvabhyanga somministrato in persone con fibromialgia, in cui era stato accertato un disquilibrio energetico Vata, ha contribuito a migliorare la qualità della vita, alleviare la sintomatologia di dolore e della depressione.
Nel 2013 uno studio condotto per valutare in generale gli effetti dei trattamenti panchakarma nei disordini muscoloscheletrici ed in particolare in vatavyadhi ha concluso che Sarvabhyanga, condotto con Bala Tailam, Dashamula Tailam, Narayana Tailam, Ksheerabala Tailam e Sahacharadi Tailam trova indicazione per la gestione del dolore in pazienti con fibromialgia.
Nel 2017 uno specifico studio condotto su Ksheerabala Tailam ha suggerito nelle sue conclusioni che questo olio medicato contribuisce a ridurre l’infiammazione e il dolore delle articolazioni, è quindi benefico nelle malattie degenerative come l’osteoartrite, inoltre supporta la forza dei muscoli e ne aumenta la vitalità provvedendone alla necessaria nutrizione così come alle ossa, per questi motivi Ksheerabala Tailam, anche tramite Sarvabhyanga, viene ritenuto utile come coadiuvante nel prevenire l’atrofia muscolare, la perdita di massa muscolare e nella fibromialgia.